Angelo Lazzerini nasce a Roma il 27 febbraio 1932 (verrà però registrato all’anagrafe il 29 febbraio, come spesso accadeva all’epoca) e ci lascia il 22 agosto del 2017. Il padre è Otello Lazzerini, meccanico di professione e grande appassionato di gare automobilistiche nonché copilota del Conte
Giovanni Bonmartini. La mamma, Giacinta Capanna, è la figlia di Pietro Capanna, noto anche come il “Sor Capanna”, all’epoca famoso cantastorie, attore di strada, stornellatore e autore di alcuni stornelli interpretati da Petrolini. L’infanzia e l’adolescenza, Angelo le trascorre nel quartiere romano di San Giovanni, tra la passione del padre e l’attività di famiglia della madre, permeata di creatività ed espressione artistica popolare. Dopo aver frequentato per un triennio l’Istituto Tecnico Industriale “Carlo Grella”, Angelo s’iscrive all’Istituto d’Arte Statale di via Conte Verde a Roma, dove avrà la fortuna di avere docenti del calibro dello scultore Pericle Fazzini, Lorenzo Guerrini, Ugo Marinangeli, Leoncillo, Afro e Mirko Basaldella che, ancora studente lo incarica di collocare nella sua sede finale, l’inimitabile cancello delle Fosse Ardeatine, realizzato nel 1949 e fuso in bronzo nel 1950 e di cui lo stesso Basaldella è stato il progettista. Un altro importante coinvolgimento dello studente Angelo Lazzerini, lo ritroviamo nella realizzazione del monumento equestre del ponte commemorativo di Arlington, commissionato alla Fonderia Bruni di Roma dal governo italiano come dono agli Stati Uniti d’America Nel 1953 Angelo si diploma come “maestro d’arte” e inizia a lavorare come modellista e cesellatore in varie botteghe d’arte romane, fra cui la Bottega d’Arte Sacra Del Vecchio e la Bottega di Virgilio e Aurelio Mortet. Il salto professionale e la maturazione artistica di Angelo avvengono a partire dal 1962 quando, grazie a un comune amico, incontra il grande maestro Giacomo Manzù, che da subito coglie, non solo le sue capacità manuali e realizzative, ma anche la profonda vena artistica che gli consente di acquisire immediatamente l’intrinseca essenza della volontà espressiva dell’artista e di tramutarla e tradurla, attraverso la riproduzione fedele del modello e i plastici tocchi della sua finitura. Da quel momento la collaborazione fra i due artisti continuerà assiduamente fino al 1976, periodo nel quale Angelo si ritroverà a modellare e fondere molti gioielli e piccole sculture realizzate in oro e in argento firmate “Manzù”, a dorare a mercurio sculture come
la testa di Papa Giovanni, il San Giorgio, oltre a modellare varie medaglie e monili. A testimoniare il sodalizio umano e artistico fra Angelo e Manzù è il pensiero che quest’ultimo appose sulla foto di una sua opera, ilbassorilievo “Fucilazione 1942”, “Uniti come uomini e nel lavoro”.
Dopo la morte di Manzù, nel 1991, la moglie Inge Schabell, esordisce nel campo artistico come creatrice di gioielli e oggetti decorativi e per la realizzazione dei suoi disegni si avvale ancora una volta della maestria e sensibilità artistica di Angelo Lazzerini che tra le altre opere esegue il plastico del progetto di un complesso ecclesiastico da realizzarsi a Roma. Anche la vita personale e sentimentale di Angelo Lazzerini s’intreccia con la storia professionale di Manzù, infatti è nella villa del grande artista, a Campo del Fico, nei pressi di Ardea, che nel 1967 Angelo conobbe la giovane Venerina Savioli che diverrà la sua musa ispiratrice, consigliera ma soprattutto compagna di vita. Nel 1973 la coppia s’innamora di una meravigliosa proprietà, con un vecchio casale, un bosco e una vista spettacolare nella campagna orvietana, e nel giro di pochi anni cambia radicalmente prospettiva, trasferendosi a vivere definitivamente lì e abbandonando la vita romana. In quelle atmosfere, lontane dalla frenesia cittadina e immerse in una bucolica serenità, il maestro continuerà a lavorare tutta la vita, su 1/3 commissione di privati e istituzioni, ma soprattutto per sè stesso, creando nel tempo un patrimonio di opere di notevole varietà e complessità realizzativa, non disdegnando l’astrattismo (“le nuvole”, “i capelli” e “il panneggio”) nei materiali più vari, come oro, argento, bronzo, legno, marmo, terracotta, insieme a tantissimi modelli, anche di gioielli, ancora da realizzare, restando però sempre ai margini del mondo dell’arte, dimostrando nondimeno una padronanza di poliedriche tecniche espressive e sensibilità artistica che hanno prodotto opere di una potenza espressiva che le ha rese senza tempo. Nulla lasciato al caso, le sue opere nascevano nella sua testa e nel suo cuore e grazie ai suoi sensi, tutti, prendevano vita nel suo laboratorio: un unicum circondato da una natura incontaminata.
E’ stato selezionata per partecipare alla 10 ° BIENNALE d’arte internazionale a Montecarlo , 10-11-giugno 2023.
(10ª BIENNALE D’ARTE INTERNAZIONALE A MONTECARLO 10 E 11 GIUGNO 2023 HÔTEL MÉTROPOLE SALA THÉÂTRE)